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IL 90% DEI CONSUMATORI INTENDE EFFETTUARE ACQUISTI PIÙ SOSTENIBILI DOPO LA PANDEMIA.* UTILIZZA SOLO PRODOTTI ECOSOSTENIBILI: I TUOI CLIENTI APPREZZERANNO QUESTA SCELTA! COMPOSTABILE, BIODEGRADABILE E RICICLABILE: LE DIFFERENZE! Se negli ultimi anni prestiamo sempre più attenzione all’ecosostenibilità delle nostre azioni, dobbiamo cercare di chiarirci le idee su quello che è riciclabile e quello che invece non lo è. Ciò richiede una maggiore consapevolezza nella gestione del ciclo dei rifiuti. In questo contesto, sentiamo spesso parlare di materiali biodegradabili, compostabili, riciclabili e non riciclabili. Proviamo a definire meglio cosa significano questi termini e le loro differenze. BIODEGRADABILE: Rientrano nella categoria tutti quei materiali organici che hanno la capacità di decomporsi in natura grazie al “lavoro” di alcuni batteri, della luce solare o di altri agenti atmosferici naturali. Questo processo deve compiersi al 90% entro sei mesi e gli elementi che ne derivano sono assorbiti dal terreno sotto forma di acqua, anidride carbonica, sali minerali, etc. COMPOSTABILE: Compostabile significa che un materiale, dopo un opportuno trattamento nei centri di compostaggio mediante l’utilizzo di specifici batteri, degrada entro massimo 3 mesi fino a diventare “compost”, una sostanza ricca di proprietà nutritive che viene utilizzata come concime in agricoltura. Un classico esempio sono i contenitori monouso di origine vegetale che possono essere raccolti insieme alla frazione dell’umido per essere poi avviati ai centri di compostaggio specializzati. RICICLABILE: Sono tali i prodotti realizzati con materiali che, dopo opportune lavorazioni, possono essere ridotti in materie prime per nuove produzioni. Ne sono un esempio il vetro, la carta ed il cartone, l’alluminio, alcuni tipi di plastica ed il legno. Vediamo quindi che i materiali “compostabili” tornano alla terra come sostanze nutritive sotto forma di “compost” grazie al trattamento con specifici batteri in centri specializzati; il biodegradabile torna alla natura sotto forma di sali minerali e altri elementi semplici senza necessariamente l’intervento umano; mentre i materiali “riciclabili” richiedono maggiore attenzione. Dividere correttamente i rifiuti, quindi, permette di trasformare questi elementi di scarto in qualcosa di diverso, donandogli nuova vita, riducendo così i materiali che finiscono in discarica. *BBC, ‘Has coronavirus made us more ethical consumers?’, 2021 4 EDIZIONE 2022
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